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>> Coldcut

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L’ex professore di storia dell’arte Jonathan More ed il programmatore Matt Black sono insieme dalla metà degli anni ’80. Hanno costruito la loro fama di dj’s nella nascente scena rare groove ed house inglese. Jon conduceva uno show sulla radio pirata Kiss Fm e lavorava da Reckless Records, un negozio di dischi a Soho, dove ha incontrato Matt, che ha acquistato lì un bootleg di “Across The Tracks” di Maceo and The Macks. Matt poi è ritornato nel negozio di dischi con una bozza di “Say Kids, What Time Is It?” e convince Jon a seguirlo in studio per finire questa produzione. Contemporaneamente Jon introduceva Matt in radio a Kiss Fm e da lì partiva il famoso radio show “Solid Steel”, ancora in onda oggi.

“Say Kids, What Time Is It?”, pubblicato nel 1987, è il primo disco inglese costruito interamente con dei samples. Nello stesso anno il duo conia il termine “remix” presentando ua nuova versione di “Paid In Full” di Eric B & Rakim, usando tra i vari samples brani di Ofra Haza, James Brown, Indeep, Soul Searchers, Geoffrey Summers, Dennis Edwards ed altri ancora.

Il talento dei Coldcut è stato riconosciuto dalla Bpi (l’associazione delle label inglesi) come “produttori dell’anno” nel 1990. “What’s That Noise”, disco di debutto, è immediatamente tra i più venduti dell’anno, conquistando il disco d’argento in pochissimo tempo. Nel disco si fa luce anche una debuttante Lisa Stansfield, che canta in “People Hold On”.

L’idea di fondare una propria label prende forma durante un viaggio in Giappone, dove Matt e Jon fanno una scoperta: “Troviamo un libro sulle tartarughe ninja. Costruiscono queste casette pazzesche dove hanno delle trappole, grazie alle quali possono sparire e riapparire altrove. Sono dei maestri per creare nascondigli ed identità nascoste.“
Stanchi delle logiche di marketing delle major, quindi si lasciano affascinare da questa filosofia dello step by step. Sciolgono il contratto in essere con la Big Life, con la quale avevano appena pubblicato l’album “Philosophy” ed iniziano a lavorare sull’idea della Ninja Tune, non prima di aver dato alle stampe la loro cover dello standard jazz “Autumn Leaves”, dando anche un grande e naturale slancio al movimento musicale noto poi come easy listening.

La Ninja Tune è una delle miglior label ad emergere nei ‘90, presentando un roster di artisti di talento, come Mr.Scruff, Cinematic Orchestra, Kid Koala, Wagon Christ, come Roots Manuva e Ty, pubblicati poi sulla sub label Big Dada.

Oltre le attività più strettamente legate all’industria discografica, tante sono le attività collaterali alla label Ninja Tune, già sin dalla metà dei ’90: la one-night Stealth, in origine al Blue Note di Hoxtone Square e la migliore del ’96 per i magazine New Musical Express, The Face e Mixmag; il sito web Pipe ed una grande varietà di esperimenti multimediali con Rob Pepperell, noto ai più come Hex.
Scoprendo le molteplici possibilità derivate dall’interattività digitale, Coldcut e Hex iniziano a sviluppare delle installazioni di “toys and art”, partendo dal videogame “Top Banana” sino ad arrivare al “Generator” per la Galleria di Arte Moderna di Glasgow, o il Synopticon per il Jam, una delle mostre più importante tenute al Barbican Centre di Londra.

Nel ’97 i Coldcut pubblicano il quarto album, “Let Us Play”, il primo sulla loro label. Questo disco è frutto della collaborazione con artisti del calibro dell’ex Dead Kennedy Jello Biafra, il leggendario batterista funk Bernard Purdie, la poetessa Salena Saliva ed uno dei principali punti di riferimento del turntablism dei due Coldcut: Steinski.

Degno di rilievo anche l’aspetto politico di questo disco: tracce come “Atomic Moog 3000” e “Timber” sono dei veri manifesti ecologici ed anti-autoritari, che trovano nell’espressione dei visuals la loro miglior consapevolezza.

Oltre il programma radiofonico Solid Steel, in onda ogni sabato su Kiss Fm iniziano le richieste per altre selections, prodotte dai Coldcut. La “Journeys By Dj – 70 Minutes of Madness” dei Coldcut, pubblicata nel ’98, ottiene ampi consensi da riviste sino a raggiungere vere adulazioni, come nel caso di Jockey Slut, che la decreta “Best Compilation of All Time”. Nel 2000 a causa dell’appiattimento commerciale di Kiss Fm, Jonathan e Matt decidono di spostare il loro radio show su London Live, l’Fm Londinese della Bbc.

Prima dell’uscita di “Let Us Play”, Matt stava progettando l’idea del vjing in diversi festival, come il Sabresonic, The Big Chill ed il mitico Telepathic Fish. Il primo risultato di questa concezione del vjing la si può trovare appunto nel cd rom gratuito che accompagna l’uscita di “Let Us Play”. Solo dopo l’uscita del disco, comunque, i due si rendono conto delle grandi potenzialità della contaminazione audiovisiva.

Per promuovere quindi con il massimo del risultato i loro live, i Coldcut progettano il loro software di vjing, il VJamm, dando vita ad una nuova creatura dell’intera session audio, supportata dai visuals e tutta sincronizzata in presa diretta, dal vivo. Con questo nuovo software i video possono subire trattamenti come lo scratch, creando per la prima volta un nuovo impatto sul pubblico, mai visto prima d’ora. Coldcut chiamano lo show CCTV e lo presentano in lungo e largo, al Sonar di Barcellona, al Montreux Jazz Festival, al Glastonbury Dance, al Roskilde, nella Queen Elizabeth Hall, in occasione del lancio di un disco di remix di Steve Reich a New York, al Darklight Digital Film di Dublino. John Peel era uno dei tanti celebri fan dei due Coldcut: oltre ad essere stati suoi ospiti nelle sue Sessions radiofoniche, Matt e Jon sono stati scelti come apripista della Dj Section nel John Peel Memorial Bbc Concert dello scorso anno.

Nel ’99 esce l’album di remix “Let Us Replay”, che si avvale del contributo di Cornelius, Carl Craig, Shut And Dance e Ryuichi Sakamoto fra i tanti. Stavolta il Cd-rom in omaggio con il disco contiene il software Vjamm, che da quell’anno in poi è diventato permanente nei monitor della Interactive Games Room dell’American Museum of Moving Image

Il messaggio più politicizzato dei Coldcut torna alla ribalta nuovamente nel 2001, quando pubblicano “Re:volution”, nello stesso periodo delle elezioni nazionali britanniche, innescando una serie di partecipazioni alle manifestazioni antigovernative di quegli anni. L’eco di queste manifestazioni arriva oltreoceano agli attivisti Made in Usa che chiedono a Matt e Jon di progettare qualcosa anche per le elezioni americane. Nasce così il sito revusa.net, sul quale sono uploadati più di 12Gb di immagini degli ultimi 40 anni di politica americana, montati su un groove tipico dei due folletti inglesi. Il risultato che arriva dalle immagini di revusa.net porta così alla genesi di Coldcut vs Tv Sheriff con “World of Evil”, un documento audio video che dà un’idea molto eloquente del clima propagandistico delle elezioni Made in Usa del 2004.

Per continuare ad esplorare il mondo dei visuals più inclini all’attualità che alla musica solamente, i due Coldcut creano diversi siti internet: piratetv.net, organizzata proprio nel loro Spacelab Studio di Londra e vista in tutto il mondo, ospitando artisti come i Radiohead ed inventando quello che la black people ha poi definito “guerrila netcasting”. Il sito Vjs.net mostra invece gli aspetti educativi sociali del vjing; mentre il sito nothemovie.org si propone di fare una sorta di street – documentary del 21° secolo, usando immagini inviate da persone di tutto il mondo

Anche i progetti legati al mondo dell’arte si susseguono senza sosta: Gridio (frutto di una collaborazione tra i Coldcut ed Headspace) è un progetto commissionato dal Centre Pompidou di Parigi, esposto poi in tutto il mondo. Lo scorso anno i Coldcut hanno prodotto un video per l’autore Hari Kunzru della Bbc Radio 3 (chiamato incidentalmente “Sound Mirrors”). Una collaborazione con il British Antarctic Survey (Bas), che ha portato al cortometraggio “Wavejammer”, è una delle ultime creazioni audiovisive che hanno prodotto.

E continua senza sosta anche l’attività di remix e di produzione musicale. Herbie Hancock, la musica del catalogo reggae Trojan, un live audio visual con Lee Scratch Perry e poi Mad Professor sono alcuni degli artisti con i quali i due Coldcut hanno collaborato nell’ultimo anno.

Poi la nascita del nuovo album, “Sound Mirrors”, con Jon Spencer, Robert Owens, Saul Williams, Soweto Kinch, M’Pho Skeef e Roots Manuva, tra i tanti ospiti presenti. Un disco che i Coldcut, dopo vent’anni di carriera trascorsa producendo tante cose, non esitano a definire il loro album più completo, più irriverente, più organico, più divertente.


link:
www.coldcut.net


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